Si è vero: ognuno tira l’acqua al suo mulino. E probabilmente lo farò anche io in questo articolo. E’ pure giusto che ognuno difenda il proprio lavoro. Sempre che si tratti di lavoro onesto. Da un po’ di tempo a questa parte si sente sempre più spesso parlare di siti in cui ci si iscrive per dare la propria disponibilità ad ospitare in casa i cani di altri utenti che devono partire. Un’alternativa alle pensioni. Che, sull’onda di un periodo in cui il mondo animale (soprattutto quello canino) è sempre più al centro dell’attenzione, vengono spesso descritte come lager dove i cani soffrono punto e basta. E si sentono abbandonati, talmente tanto che quando tornano a casa restano offesi per giorni.
Ma siamo così sicuri che lasciare il proprio amico ad un estraneo (seppur referenziato) sia la soluzione migliore? Soprattutto la più sicura? E’ vero purtroppo che esistono tante pensioni per cani che non sono proprio alberghi a cinque stelle. E’ vero che ce ne sono molte in cui lavorano incompetenti senza scrupoli che trattano male i cani, non li fanno magiare, non li curano e li riconsegnano ai proprietari con 5 kg di meno. Strutture fatiscenti che cascano a pezzi e al limite delle normative. Però diciamo pure che non tutte le pensioni sono così. Ne esistono tante (per fortuna) dove i cani vengono tenuti benissimo, in strutture a norma, con ampi box e cucce calde in inverno e fresche d’estate. Prati e recinti in cui correre liberi, sempre sotto il controllo vigile degli addetti ai lavori.
Dove sta allora la differenza? Se una persona deve partire e ha un amico, un parente fidato a cui lasciare il proprio cane è senza dubbio un’ottima soluzione. Ma se questo amico o parente non c’è allora ci si rivolge ad una pensione fidata. E per fidata intendo un luogo che nel tempo si è fatto conoscere per la professionalità; dove lavora solo gente esperta, dove vi sia costantemente un controllo veterinario sugli ospiti a quattro zampe. Se invece di rivolgermi ad una pensione (fidata) mi affido a uno di questi siti dove ci si scambia il favore di ospitare i reciproci cani cosa potrebbe succedere? In molti casi nulla. Il nostro cane verrà affidato a una persona che se la sa cavare nella gestione delle quattro zampe, noi staremo più tranquilli nel sapere il nostro amico al calduccio in una casa e non dietro la rete metallica di un recinto e quando torneremo ci verrà riconsegnato sano e salvo. Ma prendersi cura degli animali degli altri non è sempre così semplice. Ci vuole esperienza, perché è una grande responsabilità. Ci sono senza dubbio cagnolini buoni e semplici da gestire che non creano problemi e per cui se qualche persona vuole arrotondare lo stipendio tenendoli a casa ben venga. In questo mondo c’è posto per il lavoro di tutti ed è giusto che sia così. Ma bisogna stare attenti perché in questo mestiere non ci si può improvvisare su due piedi. Clienti “approdati” qui da noi, dopo aver provato una soluzione di questo tipo, ci hanno raccontato storie al limite dell’assurdo: gente che tiene in casa 4,5, anche 6 cani tutti insieme (tanto sono piccoli e buoni vanno d’accordo) che invece poi litigano e si fanno male così da dover riconsegnare al proprietario un cane con un bel po’ di morsi; oppure persone (un po’ troppo sicure si sé) che non avendo ovviamente uno spazio dove far correre i cani, li portano a spasso al parco e li lasciano liberi, rischiando di perderli o che si facciano male. Perché il cane non li conosce e potrebbe scappare. E loro non conoscono il cane che potrebbe litigare. Ma anche accorgersi quando un cane sta male non è sempre facile se non si ha esperienza. In molte pensioni è sempre presente un veterinario. Nelle case della gente no. Cosa si deve fare ad esempio in caso di torsione di stomaco? Si spera sempre che non succeda, ma se succede? Anche nelle pensioni professionali l’incidente o l’imprevisto può accadere per carità. I cani sono controllatissimi ma certo non gli si sta attaccati 24 ore su 24. Però sicuramente il personale qualificato è più pronto a gestire le emergenze. Si tratta sempre di animali, esseri viventi ed è quindi facile incappare in imprevisti. Ecco credo sia questa la differenza. Nelle strutture professionali i cani non soffrono. Perché prima del periodo in cui vi è la necessità di lasciarli si fanno delle prove di ambientamento. Per farli abituare al posto e alle persone. Anzi, in moltissimi casi i cani in pensione (parlo sempre di quelle serie) si divertono e rafforzano il carattere. Imparano a staccarsi dal padrone, corrono in un parco recintato, senza il pericolo di perdersi e soprattutto giocano solo con cani con cui si ha la certezza che non possano litigare. Questa è la differenza fra “pensione amatoriale fatta in casa” e “struttura professionale”. Poi per carità non voglio far di tutta l’erba un fascio. Ci sono senza dubbio persone in gamba che sanno come fare quando ospitano cani altrui (ne conosco personalmente di brave e responsabili) . Ma quello che mi interessa principalmente è sfatare il mito che “in pensione il cane soffre”. Sicuramente ce ne è qualcuno che non è proprio felice di essere lasciato, ma questa è una questione esclusivamente caratteriale (si tratta di cani molto timidi e paurosi) che poi comunque piano piano si abituano. Ve ne sono tanti altri, lo possono confermare i nostri clienti, che non vedono proprio l’ora di venire qui. In fondo è un po’ come per i bambini il campo scuola. In realtà, sono i padroni quelli che soffrono di più.